Quasi tutte le mattine, per venire qui in redazione, passo davanti al bel parco che si trova all’interno di Mariatorget.
Quando Morfeo me lo permette e di conseguenza arrivo una mezz’oretta prima, mi siedo volentieri su una delle panchine a vedere le persone che passano o gli uccelli che cercano invano qualche briciola per terra.
Inutile dire che la mia panchina preferita è situata davanti alla fontana che ritrae un muscoloso uomo che sta per dare una martellata in testa ad un animale mitologico, simile ad a un serpente acquatico.
Devo dire che ci ho messo qualche giorno a riconoscere la scena che orna la fontana, la colpa è solo mia in quanto la statua mi diceva continuamente “dai che ti ricordo qualcosa, dai che mi conosci” e così dopo qualche giorno, mi è tornato in mente tutto!
Quella che si parava davanti ai miei occhi, era una delle scene più importanti della mitologia norrena, ossia il combattimento tra Thor e Midgardsorm durante la battaglia finale; il Ragnarok
Così la mia mente ha iniziato subito a ricostruire gli eventi, che antecedono alla statua e che susseguono ad essa.
Forse sarebbe meglio spiegare chi siano i due protagonisti, Thor e Midgardsorm. Se Thor, dio del tuono e figlio di Odino, padre di tutti gli dei, gode di una grande fama, anche grazie alla sua versione fumettistica e cinematografica, forse il mostro che sta fronteggiando non è poi così famoso.
Il nome del serpente acquatico è Jörmungand, figlio del dio Loki, fratello di Thor. Fu mandato da Odino nelle acque di Midgard, la nostra terra, prendendo così il nome di Midgardsorm, appunto “serpente di MIdgard”.
Il mito vuole, che Loki a seguito di una punizione troppo violenta, si scateni contro gli dei, formando una alleanza con i giganti, le forze dell’oscurità ed i suoi figli, Midgardsorm durante la battaglia finale, combatté proprio contro il dio del tuono, procurandogli non poche ferite.
Thor riuscì a vincere, purtroppo però il veleno del serpente era ormai entrato in circolo, e dopo aver fatto nove passi, nell’intento di soccorrere suo padre Odino, morì anche lui.
Detto questo, capirete quindi ciò che mi viene in mente quando vedo quella statua, immaginandomi tutta la tensione della battaglia finale che segnò il crepuscolo degli dei.
Proprio come mi succedeva quando passeggiavo per Roma, con le sue infinite statue e raffigurazioni marmoree di miti e leggende, ogni volta che mi siedo a Mariatorget mi sento spettatore di qualcosa che è stato tramandato per secoli in varie forme; scrittura, scultura, teatro ecc.
Peccherò forse di romantica presunzione, ma il fatto di conoscere cosa si cela dietro quella figura intenta a martellare un serpente acquatico che gli schizza addosso il suo veleno, mi fa sentire parte di una cultura che sto cercando, con tutto lo stupore e curiosità di un bambino che legge il suo primo libro, di fare mia.
1. Valerio De Paolis