La cultura come volano di sviluppo, dalla Calabria fino in Svezia. Intervista doppia a Francesco Cagliuso e Andrea Lancia

Francesco Cagliuso e Andrea Lancia, invitati a Stoccolma dal numero due dell’ambasciata Italiana, Pierluigi Ferraro in occasione del concerto con il chitarrista classico Adriano Walter Rullo presso la Casa dei concerti (Konserthus) di Stoccolma sono rispettivamente assessore alla cultura e amministratore di un piccolo (4000 abitanti) ma molto attivo paese della Calabria: Caulonia. L’idea è di presentarci la loro attività e di invitarci ad una collaborazione che vada oltre i confini della musica proponendosi come apertura a progetti di scambio commerciale che vedano come soggetti imprenditori ed artigiani locali e regionali.

In cosa consiste il vostro lavoro?
Cagliuso. Noi abbiamo la delega alla cultura da sette anni. Siamo stati riconfermati quindi questo vuol dire che il nostro lavoro è apprezzato. Poi, e da due anni, grazie alla collaborazione di Lancia, abbiamo aperto ulteriormente i nostri orizzonti realizzando un evento importante Il Festival del primo maggio dove è stato soprattutto proposto l’enorme bagaglio culturale della nostra musica folcloristica. Noi vogliamo aprire il nostro progetto di musica popolare anche ad altre culture, e perché no anche alla musica popolare svedese. Il progetto è finanziato dalla unione europea ed ha ottenuto un finanziamento biennale. Questo vuole dire che l’evento è storicizzato. Queste aperture internazionali sono al momento in una fase avanzata ma vogliamo sempre più migliorare sia la quantità che la qualità dei coinvolti.
Lancia. Ringrazio l’assessore per aver citato il festival del 1 maggio ma in realtà è il contrario. Arriviamo al Primo maggio dove aver fatto per anni Il Tarantella Festival che è proprio il festival della nostra musica autoctona, crescendo siamo riusciti a partecipare anche a festival o a turnè all’estero come per esempio il mese passato in Germania finanziati dal ministero degli esteri. Quindi sarebbe molto interessante organizzare qualcosa anche in Svezia ma non soltanto per quanto riguarda la musica.
La cultura è il volano necessario da usare per tessere le relazioni culturali ma anche e soprattutto quelle economiche. Questo è necessario per conoscere e far conoscere quelle eccellenze culturali, artigianali, enogastronomiche esistenti in entrambi i territori.
Ci stiamo adoperando in questa direzione, noi ci sentiamo parte attiva dell’Europa, quindi non oggetto passivo da aiutare a svilupparsi ma al contrario soggetto attivo economico-culturale capace di proporre e quindi di dare, questo in armonia con altri soggetti simili nel continente Europa.

Questo progetto musicale che avete portato avanti per 16 anni come è nato?
Cagliuso: è nato dalla necessità di una comunità di ritrovarsi intorno ad un tipo di musica, quella folk, che non ha confini ma che veniva emarginata come musica non commerciale, come musica dei poveri e oppressi, le tamarrecome le chiamiamo noi. Oggi invece è diverso il Kaulonia Tarantella Festival è divenuto famoso anche molto oltre i confini della Calabria. Il festival viene solitamente programmato durante l’ultima decade di agosto e, oltre ai numerosi partecipanti internazionali, abbiamo anche una grossa affluenza di turisti dall’Italia e dall’estero. Ma non ci fermiamo qui, altri eventi culturali sono programmati per ottobre e febbraio cerchiamo di creare un sistema intorno a questo evento musicale molti importante

A parte la musica organizzate altre attività culturali?
Lancia: sì in quanto a questo cerchiamo di fare sempre di più. Siamo poco più di un paesino. Quindi cerchiamo prima di tutto contatti con i paesi limitrofi questo grazie al contributo di molti amici che sono anche artisti. Ricordo soltanto gli artisti Massimo Gallo ed Elio Fameli che regalano la loro arte perché si possa crescere insieme culturalmente.

Che relazione c’è tra cultura e economia? Quale collaborazione è possibile tra l’organizzazione che fa capo a gli italiani in Svezia ed un comune piccolo come il vostro?
Lancia: non è possibile un scambio economico se non è preceduto da un interscambio culturale. Forse lo scambio economico funziona anche da solo ma senza un interscambio culturale non ci sarà mai vera crescita, e per cultura intendo anche dei nostri vini, degli agrumi, della sopressata, della Nduja che viene prodotta artigianalmente da noi. Insomma prodotti culturali ed enogastronomici della cosiddetta terra italiota cioè della Calabria meridionale. Ed è per questo che abbiamo volentieri accettato l’invito del dottor Pierluigi Ferraro. L’intento è di cercare di tessere delle relazioni con la grande Svezia da parte di una piccola realtà come la nostra che però possiede tradizioni e creatività molto grandi. È importante aprire dei canali capaci di permettere ai nostri piccoli imprenditori di aprirsi un piccolo mercato anche in Svezia. Perché la cultura è soprattutto movimento. Movimento di merci e di scambi culturali.
Cagliuso, consideri che durante i nostri festival abbiamo oltre 50 stand eno-gastronomici. Gli stessi prodotti che vendiamo qui ai molti turisti potremmo venderli anche da voi. Artigianale si, cioè non fatto in serie, ma con la qualità ed il sapore di una volta. Se come amministrazione riusciremo a realizzare questa rete di contatti tra i locali e il mercato all’estero, e quindi anche da voi, lo sforzo che è in atto raggiungerà il suo scopo. Facciamo il possibile, la nostra amministrazione ha ancora tre anni (almeno tre) per realizzare i progetti, ma ci stiamo muovendo considerando anche il periodo di forte crisi economica.
Lancia: e anche il turismo, abbiamo un piccolo centro studi per l’internazionalizzazione delle attività produttive che esiste per valutare proprio queste problematiche che stanno emergendo dalla nostra discussione. Collaboriamo con la provincia di Reggio Calabria e all’interno di questo centro studi ci sono studiosi ed economisti come l’avvocato Saiae l’architetto Cordì, che danno il loro contributo assolutamente gratis, solo per amore della propria terra. Stiamo realizzando uno sportello in collaborazione con la provincia di Reggio preposto a tutto questo, iniziativa che già prevede finanziamenti europei. Siamo molto attenti ad evitare infiltrazioni da parte di persone che non si conoscono per poter meglio garantire l’efficacia e la razionalità del progetto. Sappiamo che la cosa è difficile ma noi lavoriamo con l’informazione di modo che i soggetti economici e culturali possano, una volta informati, avere la possibilità di sviluppare il loro lavoro e di aprire ed aprirsi a nuovi mercati. Noi cerchiamo anche di collegare queste attività produttive con le camere di commercio italiane all’estero e le ambasciate. Siamo in contatto con la Svezia per realizzare una piccola fiera, questo anche per l’interessamento del dottore Pierluigi Ferraro.

Noi possiamo anche dare il nostro contributo come FAIS e aprirvi anche ai nostri contatti
Cagliuso
, certo la cosa ci interessa molto. Ma vorremmo non fermarci qui. Fra le altre cose organizziamo anche un festival jazz che ha visto la partecipazione di artisti internazionali. Questo a Roccella Ionica con mezzo milione di euro di finanziamento da parte dell’Europa. Il Roccella Jazz festival che da oltre trent’anni, durante l’estate, Roccella Jonica ospita un importante festival di musica jazz (la prima edizione risale al 1980), noto come Roccella Jazz festival – Rumori Mediterranei, il cui cartellone annovera artisti di fama mondiale. Nel passato, tra gli altri, sono stati ospiti: Maceo Parker, Noa, Michel Petrucciani, John Patitucci, Joe Henderson, Wayne Shorter, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Maria Laura Baccarini, Rita Marcotulli, Raiz, Orchestra di Piazza Vittorio. Dal 2007 i concerti del festival si tengono anche in altri comuni nelle vicinanze, ma Roccella Ionica rimane la sede storica e principale, dunque la denominazione del festival è rimasta invariata. Quindi gli operatori culturali a fianco a quelli economici della provincia ma direi di tutta la regione Calabria cercano di fare il possibile. Ormai bisogna pensare collettivamente per evitare l’individualismo che a volte crea delinquenza.

Forse c’è un po’ di campanilismo in queste parole…
Lancia, no, e poi a me piace il campanilismo italiota, non quello legato alle partite di calcio o agli egoismi ma quello che permette di andar fieri delle proprie origini e tradizioni. Ho avuto la fortuna di nascere in Calabria ma poi ho studiato all’estero, ho conosciuto tante persone ed imparato le lingue, ed in Italia ho avuto maestri di musica napoletani e milanesi. Voglio dire che le realtà possono essere diverse e senza confini. A volte è la tetraggine mentale, la supponenza di coloro che credono di sapere sempre qualcosa più degli altri, la superbia di chi si vanta di quello che ha e non di quello che è, a far bloccare le cose, a spegnere gli entusiasmi ed alla fine dei conti ad impedire ai sogni di diventare realtà.

Intervista a cura di Guido Zeccola