EMIGRARE IN TEMPO DI CRISI


FAIM-11 (1).jpg

Presentiamo uno stralcio della relazione introduttiva del convegno FAIM che si terrà
venerdì 10 novembre 2017 nella Sala Zuccari, Palazzo Giustiniani, Roma

 Il fenomeno della nuova emigrazione italiana, in forte crescita dall’inizio della crisi economica dell’ultimo decennio, ha ormai raggiunto livelli analoghi a quelli riscontrati nella seconda metà degli anni ’60.

Il FAIM, che raccoglie le maggiori federazioni italiane ed estere in rappresentanza di oltre 1.500 associazioni nel mondo (tra cui la FAIS), ha monitorato fin dalla sua nascita l’evoluzione della nuova emigrazione fornendo un quadro statistico comparato con le rilevazioni di alcuni paesi di accoglienza che danno un risultato sensibilmente più elevato di espatrii dall’Italia rispetto a quanto si desume dai dati relativi alle cancellazioni di residenza.

Secondo diverse stime, la nuova emigrazione italiana viaggia al ritmo di quasi 300 mila persone all’anno negli ultimi due anni (2015 e 2016). Di questi nuovi migranti, circa il 30% possiede una laurea e circa il 35% un diploma di scuola superiore, mentre oltre il 15% è composto da giovani al di sotto dei 15 anni, cosa che indica che emigrano ormai anche intere famiglie.

Assieme alla necessità di strutturare un sistema di orientamento alla partenza e all’arrivo per questi connazionali come impegno minimo che il paese deve assumersi e che può contare sul vasto tessuto associativo all’estero, il convegno intende porre all’attenzione del mondo istituzionale, sociale e politico, il fatto che questi consistenti flussi di nuova emigrazione comportano un impoverimento delle risorse umane del paese e delle sue competenze.

Coniugare il fondamentale diritto alla libertà di circolazione con gli obiettivi del sistema paese e con il recupero dei differenziali esistenti tra nord e sud, tra aree metropolitane ed aree interne, costituisce un importante ambito di confronto e di azione, poiché il declino demografico e di competenze di ampie zone del paese non è compensato (o lo è soltanto in parte) dai flussi di immigrazione terzomondiale e dall’Est europeo.

L’attuale congiuntura economico e politica caratterizzata dalle contraddittorie tendenze (globalizzazione vs chiusure nazionali), comporta infine una nuova attenzione ai diritti e alle tutele sociali e del lavoro dei cittadini migranti e dei nuovi emigranti italiani, che vengono messi a dura prova sia in ambito europeo che extraeuropeo.