Pino Daniele ha iniziato la sua ultima turnè

Pino Daniele ha iniziato la sua ultima turnè

È morto oggi, il 5 gennaio, Pino Daniele, una delle leggende del blues italiano (non solo napoletano). Ci ha lasciati presto non ancora sessantenne e non per stravizi o per mano di camorra ma per il cuore. Come il suo conterraneo e amico Massimo Troisi per il quale aveva composto la musica di Ricomincio da tre. Ricordate la famosa vecchia canzone Napule è ?

Napule è attonita, silenziosa, si sveglia di notte: telefonini, radio, televisioni rilanciano la notizia, sperando di aver preso un granchio. È morto Pino Daniele. Napule è il silenzio della ricerca febbrile della conferma. Ma è vero? 

Si è vero. Pino Daniele, il cantante di tutti anche degli italiani all’estero, il cantante politicizzato sia pure con moderazione ed ironia, anche il cantante degli italiani non napoletani, anche di quelli che li vogliono lavare con fuoco. Perchè, come diceva Pino Daniele: sono più romano io di quelli che gridano questi slogan.

Come quando anni fa accusò l’allora presidente della Lega Nord Umberto Bossi, in visita a Napoli, di non essere degno di Napoli e giudicare la pizza napoletana (e Daniele fu costretto anche a pagare i danni dopo una querela).

La musica di Pino Daniele era musica internazionale però radicata in quel folkblues con il quale fece le sue prime esperienze: ricordate il gruppo Napoli centrale? Napoli centrale con tutta una serie di grandi nomi della canzone napoletana ed italiana. Lontana dalle melodie classiche di anni ormai passati. Una musica nuova, nata dai ”bassi”, dalla lotta contro la mafia, dal degrado sociale di una città tuttavia ancora terribilmente bella. Con lui c’erano oltre a Esposito, De Piscopo e molti altri, anche

” il nero dei quartieri” il leggendario James Senese nato nel 1945 nel quartiere Miano, figlio di James Smith, soldato statunitense afroamericano, e di Anna Senese, giovane ragazza napoletana.  Uno dei tanti a cui E A Mario dedicò la sua Tammurriata nera. 

Poi Pino Daniele scelse la carriera di solista ed ebbe successo, soprattutto negli anni ottanta e novanta inventando un nuovo genere musicale. Aperto a tutti gli esperimenti ma radicato nella protesta sociale.

E infatti, del suo genio, si accorgeranno presto anche oltre frontiera. Se Pino sarà uno dei pochi eletti ad aprire il concerto miliare di Marley nel 1980, a San Siro, saranno poi in tantissimi a voler lavorare con lui: da Eric Clapton, grande amico personale, a Pat Metheny, da Chick Corea a Wayne Shorter. Colto e popolare insomma si intrecciano sempre: la caratteristica voce acuta, la chitarra suonata sempre con pulizia e precisione, sia elettrica che acustica, diverranno un binomio inscindibile nel racconto della musica italiana, nelle notti d’estate, nelle audiocassette o nei cd nelle autostrade.

Proprio quest’anno aveva in programma una turnè in Svezia, a Göteborg e Stockholm. Ma i suoi tanti fans che pure ha qui da noi si dovrano accontentare dei suoi dischi.

Addio Pino!

GZ