Anche la Svezia dice no ai tagli ai patronati

Anche la Svezia dice no ai tagli ai patronati

30/10/2014

La notizia diffusa dai media italiani e dalle agenzie di stampa del taglio di quasi il 40%, previsto nella legge di stabilità 2015 predisposta dal governo colpirà enormemente il Fondo Patronati. Se questo taglio dovesse essere approvato dal Parlamento è evidente che i Patronati non potranno più garantire la loro attuale presenza sul territorio, in Italia e all’estero, a tutela dei diritti previdenziali dei cittadini italiani e non è difficile immaginare che le prime sedi che i Patronati chiuderanno saranno quelle all’estero con tutte le conseguenze negative per i servizi ai nostri immigrati. Cittadini italiani residenti all’estero per i quali i patronati sono gli unici punti di riferimento ai quali possono rivolgersi per i loro bisogni di tutela e assistenza. 

Firma la petizione contro i tagli ai patronati!

Questa proposta, infatti, mi sembra che non faccia altro che sottolineare ancora una volta il disinteresse dalla nostra madrepatria per gli italiani residenti all’estero e per i loro discendenti. Volendo scendere ancor più nel particolare della realtà del Paese, in cui da molti anni risiedo e che rappresento al CGIE, la Svezia, questo disegno di legge tradisce il bisogno di assistenza di lavoratori e operai che hanno lavorato per anni in Italia e che si sono poi trasferiti in Svezia come forza lavoro specializzata e che raggiunta l’età pensionabile fanno fatica a ricevere una risposta dall’INPS gestione ex ENPALS o dall’INPS gestione ex INPDAP. È importante sottolineare che quest’ultime funzionano ancora come entità separate nonostante l’accorpamento all’INPS. Una giungla nella quale il cittadino anziano residente all’estero non saprebbe mai districarsi autonomamente.

Senza l’intervento del Patronato INCA-CGIL in Svezia, centinaia di domande di pensione rimaste bloccate per più di due anni all’INPS di Firenze (ex polo per le convenzioni internazionali con i paesi scandinavi) non si sarebbero risolte o i tempi di attesa sarebbero stati ancora più lunghi. Senza l’intervento del nostro Patronato molti lavoratori non sarebbero stati capaci di reclamare il proprio diritto alla pensione italiana una volta che questa gli è stata negata per mancanza di alcune informazioni. Senza il nostro Patronato, le pensioni italiane della maggior parte dei pensionati residenti in Svezia sarebbe sottoposta a doppia tassazione. Senza il servizio offerto dal nostro Patronato le vedove di pensionati italiani si vedrebbero decurtare ogni anno la pensione incorrendo in indebiti continui con l’INPS senza mai poterne capire il motivo o poter presentare ricorso. Le pensioni sospese di tanti italiani in Svezia a causa di un mancato invio di un certificato di esistenza in vita o di un cambio di indirizzo non potrebbero mai essere rimesse in pagamento senza il supporto di un Patronato che è in contatto continuo con la CITI Bank o che sa come un pagamento presso la Western Union possa essere riscosso. Tutti sappiamo che l’Italia, al passo con i tempi, si sta giustamente sempre più digitalizzando e così sta facendo l’INPS non tenendo però conto che la stragrande maggioranza dei fruitori dei sevizi INPS è fatta di pensionati e quindi di persone che fanno fatica a stare al passo con le nuove tecnologie. Nel processo di digitalizzazione l’INPS sta quindi lasciando dietro di sé una grossa fascia di persone che non può tramite un PIN (che è tra l’altro praticamente impossibile ricevere all’estero) avere accesso a tutte quelle informazioni (come il CUD, i dettagli di pagamento, la dichiarazione dei redditi esteri) che venivano prima inviate in materiale cartaceo.

Ma anche le nuove generazioni di emigrati italiani fanno fatica, una volta trasferitisi in Svezia per lavoro, ad interagire con l’apparato burocratico INPS. Tutta una modulistica europea, che la Svezia richiede ai giovani italiani e alle loro famiglie per quanto riguarda il sussidio di disoccupazione o maternità/paternità, per esempio, e che dovrebbe essere emessa dall’INPS, troverebbe difficilmente riscontro senza il supporto e l’intervento del Patronato. In conclusione, senza il lavoro metodico, paziente e professionale di nostri operatori di Patronato, un servizio importantissimo per tutta la comunità italiana in Svezia verrebbe quindi a mancare.

Alla luce di questi tagli annunciati ci chiediamo se il nostro governo non sia consapevole di cosa significhino i Patronati per l’Italia e per gli italiani in Italia e all’estero. Basta leggere quanto è stato affermato nella presentazione del bilancio sociale dell’INPS 2013 per capire che i Patronati non sono uno spreco. Ma detto per inciso, la pubblica amministrazione, per garantire lo stesso livello di servizi e accessibilità, oggi assicurato dalla capillare rete di sportelli dei Patronati, dovrebbe aprire e gestire circa 6.000 nuovi uffici permanenti. In particolare, l’INPS dovrebbe aumentare gli organici di 5.350 unità. In termini economici, il sistema dei Patronati garantisce un risparmio annuo di 564 milioni di euro per l’INPS occorrenti per garantire annualmente lo stesso servizio. Va inoltre ricordato che in tali conteggi non è considerata l’attività che i Patronati svolgono all’estero a favore dei cittadini là residenti.

Oscar Cecconi
Presidente dell’INCA-CGIL Svezia e consigliere CGIE per la Scandinavia
Giovanna Iacobucci
Responsabile Patronato INCA-CGIL Svezia